Arch. Pasquale Barone

Capitaneria%20di%20Porto,%20Terracina - Pasquale Barone Architetto


2010 – ROMA 2005 – TERRACINA (LT) LAVORI DI DEMOLIZIONE PARZIALE E RICOSTRUZIONE DELL’IMMOBILE EX CANTIERE SEP PER ADEGUAMENTO FUNZIONALE AD ALLOGGI DELLA CAPITANERIA DI PORTO.

I lavori previsti riguardano la ristrutturazione di una edificio sito nel Comune di Terracina (LT) e precisamente nell’area portuale.
Tale edificio demaniale fa parte del compendio “Ex locali SEP” in uso al Circomare Terracina e secondo il progetto verrà adibito ad alloggi per il personale imbarcato sulle motovedette della Guardia Costiera.

La previsione progettuale prevede una totale ristrutturazione dell’immobile consistente in una nuova distribuzione degli spazi interni, rielaborata in base alle esigenze d’uso, la realizzazione di nuovi impianti, oltre ad interventi di consolidamento necessari dato lo stato avanzato di degrado dell’intero immobile e ai fini di un adeguamento dello stesso in materia sismica.

L’edificio si articola su due livelli: un piano terra con alloggio sul lato sinistro e con un ufficio e magazzino sul lato destro ed un piano primo con 2 alloggi.
Prima dell’intervento l’immobile appariva decisamente scadente, sia nell’impatto visivo che proveniva già dalle facciate percorrendo la strada, che dalla constatazione del degrado interno dei singoli ambienti, che non erano stati evidentemente manotenuti da tempo.

All’interno dell’edificio, in entrambi i piani, è stata prevista la demolizione e ricostruzione delle tramezzature per una nuova distribuzione degli spazi interni con la realizzazione di n° 2 alloggi al piano primo mentre al piano terra camere con servizi, sale riunioni e aula per l’esame di patente nautica.
Le demolizioni sono state eseguite previo puntellamento delle strutture orizzontali e provvedendo alle necessarie opere di protezione.
Al piano rialzato, nell’ala destra, gli ambienti presentavano diverse quote di calpestio con gradini interni, a tal proposito si è ritenuto opportuno innalzare i livelli dei pavimenti ad una stessa quota.

Per il corpo scala è stata prevista la demolizione del rivestimento dei gradini e dei pianerottoli e il successivo rifacimento in marmo.
Tutti gli ambienti sono stati rifiniti con controsoffitti in lastre di cartongesso, intonaco civile e tinteggiatura a base di calce, pavimentazioni in grés, rivestimenti in ceramica, porte e portoncini in legno.

Sono stati effettuati una serie di interventi di consolidamento fondati sul rinforzo delle intersezioni murarie tramite cuciture d’angolo, sull’irrigidimento delle murature e dei solai, sull’inserimento di architravi in acciaio sui vani porta e finestra e sulla risarcitura di lesioni ove presenti.

In particolare il progetto di adeguamento si poneva come primo obbiettivo quello di adeguare la struttura senza incremento di carico in fondazione.
Sulle strutture verticali nelle zone in cui il materiale lapideo presentava un buono stato di conservazione e la malta aveva perduto le sue proprietà leganti, in particolare sui prospetti del corpi laterali, sono state previste delle iniezioni non armate per conferire alla parete maggiore resistenza alle sollecitazioni.

L’intervento consiste nell’esecuzione di perforazioni regolarmente distribuite sull’apparecchio murario ed iniezione di miscela di calce , pozzolana, acque e sabbia fine che riempiendo le fratture e gli eventuali vuoti (sostituendosi e/o integrando la malta originaria) ha consolidato la struttura muraria così da ripristinarne la continuità.

I setti murari portanti non presentavano sempre adeguate ammorsature tra setti longitudinali e trasversali, per cui si è ritenuto opportuno eseguire interventi di “chiodatura” dei cantonali d’angolo e a martello. L’intervento proposto ha previsto l’esecuzione di una serie di fori entro cui iniettare malta a ritiro compensato e l’inserimento di barre di armatura ad aderenza migliorata.

Sui vani porta e finestra sono stati inseriti architravi in acciaio costituiti da due putrelle contrapposte incassate nella muratura.
Anche al piano terra nell’ala sinistra è stato previsto l’inserimento di architravi in acciaio per un’ apertura nella muratura necessaria per la nuova distribuzione interna.

Sulle strutture orizzontali è stato previsto l’inserimento di un profilato ad L ancorato perimetralmente alla muratura con lo scopo di ammorsare le murature e ripartire in modo lineare e non puntiforme i carichi del solaio, riducendone le tensioni originarie.
La struttura originaria del solaio in putrelle in acciaio mantenuta.
L’ipotesi di solaio rigido è stata raggiunta mediante l’inserimento di una soletta in ca con rete elettrosaldata, ancorata alle putrelle in acciaio tramite connettori.

Per i balconi in c.a. è previsto il restauro mediante la spicconatura di tutte le parti di intonaco e cls non coerente, trattamento protettivo dei ferri di armatura, e inserimento di nuovi ferri di armatura all’interno della soletta.
L’armatura integrativa costituita da barre in acciaio ad aderenza migliorata, è stata inserita all’interno di fori eseguiti a mezzo di trapano rotante e fissata con malta a ritiro compensato.

Oltre agli interventi di consolidamento strutturale sopradescritti sono stati previsti un insieme di interventi locali di ripristino sui paramenti murari dove si erano constatate lesioni importanti o mancanze. Gli interventi consistono nella scarnitura delle lesioni, risarcitura con malta compatibile e intonaco armato sulle porzioni più degradate.

Lo stato di degrado degli intonaci esterni era per estensione e tipologia delle manifestazioni tale da consigliarne l’ asportazione. E’ stata prevista quindi la spicconatura degli intonaci con successivo rifacimento con intonaco e tinteggiatura a base di calce.
Per gli stipiti in travertino è stata prevista la revisione e il restauro, consistente nella verifica puntuale della coesione con il muro, nella rimozione delle parti distaccate, nella ricollocazione con malta, nella stuccatura delle sconnessure e pulitura.

Il vespaio ventilato previsto sul lato destro evita il contatto diretto con l’umidità del terreno assicurando nel contempo una ventilazione costante che impedisce la formazione di condensa.

Il vespaio è stato realizzato con l’impiego di casseri a perdere che hanno consentito inoltre di predisporre tutta l’impiantistica necessaria nello spazio a disposizione sottostante.

I casseri sono stati posizionati su uno strato di magrone in c.l.s. e poi realizzato un massetto con rete elettrosaldata con soprastante pavimentazione.
È stato previsto, infine, lo smantellamento e rifacimento di tutti gli impianti ormai obsoleti e che non rispettavano le norme in materia di sicurezza:
impianto di smaltimento acque nere e piovane, impianto elettrico, impianto idrico sanitario, impianto termico e impianto a gas.
Il riscaldamento è garantito da un sistema autonomo con caldaie a gas installate sui balconi e sulla facciata posteriore nel cortile.
Tutti gli interventi sono stati realizzati in una prima fase ad esclusione della posa e installazione di n° 4 collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria e delle unità sia interne che esterne dell’impianto di climatizzazione.

In una seconda fase sono stati installati sulla copertura sia i collettori solari che le unità esterne per l’impianto di climatizzazione, mentre nei singoli ambienti interni ove previsto sono state montate le unità interne.
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